In cantiere una Guida sull’Orvieto e il suo territorio
Ormai da anni Calici di Stelle ha abituato tutti a grandi sorprese. Non solo quelle che riguardano gli ospiti che nella raccolta cornice di Monterubiaglio vengono premiati con il Grappolo d’Oro, ma soprattutto le informazioni e le nuove prospettive che vengono lanciate per il mondo del vino orvietano.
Non a caso il presidente di Assoenologi, che a Monterubiaglio veste rigorosamente i panni del direttore della Cantine Monrubio, Riccardo Cotarella, ricorda ogni anno che il paese è sicuramente il luogo con il più alto numero di enologi e tecnici del vino al mondo.
Monterubuaglio è il paese del vino per antonomasia, “Un luogo straordinario, dove si respira cultura e passione per il vino, dove nelle vene di queste persone scorre vino, di quello buono”, ha detto Giuseppe Cerasa, direttore delle Guide di Repubblica ospite della serata di Calici di Stelle insieme al figlio, Claudio Cerasa, direttore del quotidiano Il Foglio.
“Conosco Riccardo Cotarella da tanti anni ed è la prima volta che vengo nel suo paese di origine – ha detto Giuseppe Cerasa – Devo ammettere che è emozionante stare qui, di fronte ad una pizza piena di storia. In questa piazza c’è un pezzo di storia italiana, una storia che racconta tante emozioni e soprattutto una passione viscerale che ha fatto l’identità di questo borgo capace di imporre nel mondo un metodo moderno di interpretare il vino. Basterebbe guardare questa piazza per capire dove sta l’Italia, l’Italia quella vera”.
Una considerazione verace che ha fatto da contraltare a quelle politiche del figlio, Claudio Cerasa, a quale Riccardo Cotarella ha simpaticamente rivolto le domande che l’amico Bruno Vespa gli aveva “suggerito”.
Rimanendo in ambito “enologico”, il direttore de Il Foglio, ha confessato, tra politica e vino, di essere “Malato di entrambi”. “La malattia per la politica viene da più lontano, quella per il vino è recente. Prima – ha detto Claudio Cerasa – era una passione anche coltivata grazie alla tenacia di mio padre. Poi, in occasione dell’ultimo Vinitaly, quando abbiamo dedicato due pagine speciali all’evento di Verona, ho scoperto con estremo piacere di esserne amorevolmente malato. Intorno al vino nascono Identità a favore di qualcosa e non contro, quelle che io uso definire ‘comunità positive’. Il vino ci racconta storie di chi ha superato problemi importanti. Soprattutto il vino ci unisce nell’orgoglio di essere una nazione che beve vino italiano”.
Sulla passione e l’amore per il vino le parole di Riccardo Cotarella hanno saputo riassumere nel modo migliore quella parte “magica” che ancora esiste tra l’uva e l’uomo.
“La ma vita e quella della mia famiglia è legata al vino – ha detto con emozione Riccardo Cotarella – Ancora oggi ricordo gli anni della mia infanzia e quelli in cui iniziavo a conoscere il modo di fare il vino. Ricordo ancora gli occhi di tanti produttori e ogni volta che parlo con loro non riesco a dimenticarne nessuno. Dentro un bicchiere di vino, dentro ad una bottiglia c’è la fatica degli uomini che ogni giorno, con la pioggia o con il sole, con la neve o con il vento, vivono la vigna. Quando, come a volte capita nella mia esperienza, devo dire a un produttore che le cose non stanno andando bene provo un profondo dolore. Un dolore umano, come umano è il mondo del vino. Nonostante esistano miliardi di argomenti per palare di enologia, la passione e il fattore umano restano imprescindibili e fanno del vino uno dei pochi prodotti che rappresentano la la vita in tutte le sue sfumature”.
Parole che non hanno mancato di sollecitare la passione di Giuseppe Cerasa che dal palco di Monterubiaglio, e in casa di una delle cantine storiche dell’Orvietano, ovvero la Cantina Monrubio, ha lanciato una promessa importante per il mondo dell’Orvieto, quella di dedicare un volume delle nuove Guide di Repubblica all’Orvieto e al suo territorio.
“Ogni vino deve avere sua personalità – ha ricordato il direttore delle “Guide di Repubblica ai Sapori e ai Piaceri d’Italia” -. Perché correre dietro a mode quando possiamo imporre storie antiche con produzioni autoctone e vini italiani straordinari. Se togli al vino l’emozione cade il significato vero del bere. Voi siete espressione reale di come si può fare il vino. Perché il vino è umanità, è famiglia, costruire insieme un progetto. Il territorio di Orvieto è in questo senso un simbolo. Quello che fa il Consorzio del Vino è straordinario e le storio che sono racchiuse in questo pezzo d’Italia sono tante e bellissime. Per questo abbiamo deciso che uno dei cinque libri che vogliamo presentare al prossimo Vinitaly sarà sull’Orvieto e sul suo territorio enologico. Abbiamo dato vita ad una nuova collana dove non solo si parla di vino, ma anche e soprattutto di quello che c’è dietro. Del fiato dei territori. Volumi di cui protagonisti sono gli uomini che fanno il vino”.
fonte : orvietonews.it